LE REALIZZAZIONI DI FERDINANDO II
Il ponte Ferdinandeo sul fiume Garigliano del 1832: è stato il primo ponte ad impalcato sospeso in ferro d'Italia (tra i primi del mondo), costruito in 4 anni con 68.857 chilogrammi di ferro [1] e collaudato dallo stesso Ferdinando II che ci fece passare sopra due squadroni di lancieri a cavallo e sedici carri pesanti di artiglieria; orgoglio delle Due Sicilie, resistette fino al 1943 quando i tedeschi, dopo averci fatto transitare il 60 % della propria armata in ritirata, compresi carri e panzer, lo distrussero; fu seguito dalla costruzione di un ponte simile sul fiume Calore, inaugurato nel 1835.
Il primo telegrafo elettrico d’Italia, inaugurato in pompa magna il 31 luglio 1852, che collegava Napoli, Caserta, Capua e Gaeta; nel 1858 veniva inaugurato il telegrafo sottomarino tra Reggio e Messina, altre linee con cavi marini collegarono le Due Sicilie a Malta, nel 1859 fu collegata Otranto con Valona e da lì partiva la linea aerea per Costantinopoli e Vienna.
La prima rete di Fari con sistema lenticolare d’Europa (1841) utilissima per al sicurezza della navigazione;
La prima ferrovia e prima stazione d’Italia Napoli Portici (1839): lungo questa prima linea si sviluppano nuovi agglomerati urbani che costituiscono la struttura del nascente polo industriale attorno alla Capitale;
Dobbiamo ricordare il progetto borbonico di una rete ferroviaria diretta a collegare il Tirreno all’Adriatico con due arterie principali a doppio binario: la Napoli-Brindisi e la Napoli-Pescara; le relative concessioni furono stipulate il 16 aprile del 1855,
la prima linea tagliava in due parti quasi esatte il regno, erano previste nuove arterie stradali comunicanti con le varie stazioni ferroviarie in modo da favorire il trasporto sia dei passeggeri che soprattutto delle merci e del bestiame, come pure delle diramazioni per collegare le nuove linee ferrate a quelle dello Stato della Chiesa e di conseguenza a quelle degli altri stati italiani preunitari e del resto d’Europa; erano anche progettate due litoranee: una da Napoli alla Calabria meridionale con diramazione a Taranto e l’altra da Brindisi ad Ancona (e da lì comunicante con Bologna e Venezia); previste 60 locomotive, 750 carrozze e circa 1000 carri per il trasporto merci.
Altre interessanti realizzazioni furono: l’illuminazione a gas di Napoli, prima in Italia (1840) e terza in Europa (dopo Londra e Parigi) (Napoli fu anche la prima città d’Italia ad organizzare nel 1852 un esperimento d’illuminazione elettrica); la bonifica e conseguente sistemazione idrogeologica delle paludi Sipontine (Manfredonia), di quelle di Brindisi, del bacino inferiore del Volturno e della Terra di Lavoro (Regi Lagni): in quest’ultimo territorio furono restituite al lavoro agricolo 53 miglia quadrate di paludi, realizzati 100 miglia di canali di bonifica, muniti d’argini e controfossi, lungo i quali furono posti a dimora 150.000 alberi; costruite 70 miglia di strade, decorate da "ponti in fabbrica" e da altri 120.000 alberi che attraversavano la campagna in tutti i sensi; fu iniziato il prosciugamento del lago del Fucino in Abruzzo.
Menzioniamo l’istituzione: dei Monti di Pegno e Frumentari in tutto il Regno, veri e propri crediti agrari che prestavano denaro ad interessi bassissimi, del primo Corpo dei vigili del fuoco italiano,
Nelle Due Sicilie vi era anche la più alta percentuale di medici per abitanti in Italia (in tutto 9390 su circa 9 milioni di abitanti; Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana e Romagna ne avevano 7087 su 13 milioni di abitanti) con il minor tasso di mortalità infantile d'Italia, fino alla fine del 1800 i livelli più elevati si registravano in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.
Sono patrimonio delle Due Sicilie anche: la prima compagnia di navigazione a vapore del Mediterraneo (1836) che svolgeva un servizio regolare e periodico compreso il trasporto della corrispondenza, la prima flotta italiana giunta in America e nel Pacifico, navi come il “Real Ferdinando” potevano trasportare duecento passeggeri da Palermo a Messina e Napoli, veniva anche stipulata la prima convenzione postale marittima d’Italia.
Nel 1831 entrò in servizio la Francesco I che copriva la linea Palermo, Civitavecchia, Livorno, Genova, Marsiglia; con essa fu anche effettuata la prima crociera turistica del mondo, nel 1833, in anticipo di più di 50 anni su quelle che la seguirono, che durò tre mesi con partenza da Napoli, arrivo a Costantinopoli (con lo sbigottito sultano che la ammirava col binocolo da una terrazza) e ritorno tramite diversi scali intermedi; fu così splendida per comodità e lusso che fece dire “Non si fa meglio oggi“ e “Il Francesco I è il più grande e il più bello di quanti piroscafi siansi veduti fin d’ora nel Mediterraneo, gli altri sono inferiori, i pacchetti francesi “Enrico IV” e “ Sully” hanno le macchine di forza di 80 cavalli (mentre la macchina del Francesco I è di 120) … i due pacchetti genovesi si valutano poco, il “Maria Luisa” (del Regno di Sardegna) è piccolo, la sua macchina non oltrepassa la forza di 25 cavalli, e quantunque una volta siasi fatto vedere nei porti del Mediterraneo, adesso è destinato per la sola navigazione del Po.”[9]. Sempre la Francesco I, il 18 giugno 1834, trasportò re Ferdinando II e la sua prima moglie Maria Cristina di Savoia da Napoli in Sicilia; il viaggio nel Tirreno fu rapido “con una velocità in quel momento considerata meravigliosa, arrivò a Palermo il giorno seguente” [10] cogliendo i suoi abitanti di sorpresa, mentre erano ancora intenti nell’allestimento dei preparativi per i festeggiamenti.
Nel Sud esistevano circa 100 industrie metalmeccaniche di cui 15 avevano più di 100 addetti e 6 più di 500 [1]; a Pietrarsa, era attiva la più grande industria metalmeccanica d’Italia estesa su una superficie di 34mila metri quadri, l’unica in grado di costruire motrici navali[2] e le Due Sicilie erano l’unico Stato della penisola a non doversi avvalere di macchinisti inglesi per la loro conduzione poiché, dalla sua fondazione, fu istituita la “Scuola degli Alunni Macchinisti”.
Erano costruiti, oltre agli oggetti dell’industria metalmeccanica (torni, fucine, cesoie, gru, apparecchiature telegrafiche, pompe, laminati e trafilati, caldaie, cuscinetti, spinatrici, foratrici, affusti di cannone, granate, bombe) anche locomotive e vagoni, inoltre solo Pietrarsa, in Italia, possedeva la tecnologia avanzata per realizzare i binari ferroviari. Questa officina meccanica, nata nel 1840, tra Portici e S. Giovanni a Teduccio, precedeva di 44 anni la costruzione della Breda e di 57 quella della Fiat ed era molto rinomata in tutta Europa. I Savoia, ben quindici anni più tardi, a metà dell’800, chiesero e ottennero di poterla riprodurre in scala, senza pagare i diritti, nel primo stabilimento metalmeccanico del regno di Sardegna, la futura Ansaldo di Genova; anche lo Zar Nicola I, dopo averla visitata, la prese come esempio per la costruzione del complesso di Kronstadt.
Notevoli erano anche le saline pugliesi che erano considerate dai Borbone “la perla della loro corona“, soprattutto Ferdinando II le predilesse visitandole più volte e migliorando le condizioni di vita dei salinari tanto che nel 1847, in località San Cassiano, fondò la colonia agricola di San Ferdinando di Puglia, popolandola con i lavoratori delle Saline e distribuendo gratuitamente i terreni ed i capitali per le case popolari; così, in vent’anni, la popolazione locale raddoppiò di numero ad indicare l’aumentato benessere; nel 1879, con regio decreto, le Saline furono ribattezzate “Margherita di Savoia”; il sale della Puglia era molto apprezzato, tanto da essere preferito a quello spagnolo ed era sfruttato sia per scopi alimentari sia per usi industriali.