NOTE BIBLIOGRAFICHE
1. M. Serao, Leggende napoletane, Roma 1895, p. 94. Cfr. P. Gargiulo, L. Quintavalle, L'industria della pastificazione a Torre Annunziata e Gragnano, in Manifatture in Campania, Napoli 1983, p.158. È interessante, a questo proposito, la lettura del romanzo di M. Orsini Natale, Francesca e Nunziata, Milano 1995 (la storia di una famiglia di pastai borbonici dalla costiera amalfitana alla foce del Sarno tra il 1848 e il 1940).
2. Per il "pignato maritato" cfr. Bartolommeo Capasso, Masaniello, Napoli, 1919 (rist.1979), p.89. Cfr. anche P.Gargiulo, cit., pp.174-175. Sull'argomento v. anche E. Sereni, Note di storia dell’alimentazione nel Mezzogiorno: i Napoletani da "mangiafoglie" a "mangiamaccheroni", in Cronache meridionali, nn. 4,5,6, 1958. Quello citato è un poema in lingua napoletana composto dal poeta Filippo Sgruttendio identificabile con ogni probabilità con Giulio Cesare Cortese, autore di altre bellissime opere in lingua napoletana. Questo il testo intero del sonetto “Maccarune donate da Cecca”: “E me deze no piatto Ceccarella/de cierte saporite maccarune/semmenate de zuccaro e cannella/cosa da fa sperire le perzune./Penzatelo vuie tutte, cannarune/quanto fu bbona chella menestrella./Io me ne fece priesto doie voccune/e le mannaie deritto a le bodelle./Sautaie pe l’allegrezza comm’a grillo,/ca furono cchiù duce de la manna/e ghianche comm’ a latte de cardillo./Sa che me sanno buono e me ne manna!/Ma pozzo dire comme dice chillo:/Ammore m’ha pigliato pe la canna.” Cfr. per questa e altre notizie V. Gleijeses, Feste, farina e forca, Napoli 1972, pp. 226-234.
3. Cfr. C. Spadaccini, Novello e grande stabilimento di paste coll'uomo di bronzo per togliere l'uso abominevole di impastare coi piedi, costruito da Cesare Spadaccini nella sua proprietà, strada Campo di Marte, Napoli 1833. L'ing. Spadaccini era proprietario egli stesso di una fabbrica sita, appunto, a Napoli presso il Campo di Marte. Cfr. A. De Iorio, Indicazione del più rimarcabile in Napoli e contorni, Napoli 1835, p. 34: "Per rendere questo lavorio meno dispendioso, si è inventata una macchina in cui l'uomo di bronzo supplisce all'azione dell'uomo. Questo meccanismo di invenzione napoletana ha avuto il più facile successo come può osservarsi nel locale di rimpetto al Real Albergo de’ Poveri". Per i riferimenti relativialla pasta presso la corte dei Borbone cfr. in particolare L. Mancusi Sorrentino, Maccheronea, Napoli 2000.
4. P. Gargiulo, cit., p.180.
5. S. de Majo, Manifattura e fabbrica, in Napoli, un destino industriale, a cura di A. Vitale, Napoli 1992, p.80.
6. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 246.
7. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 484, 29 maggio 1859.
8. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 484, 15 dicembre 1858.
9. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, 15 ottobre 1857.
10. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fasci 240, 484.
11. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 484, 24 maggio 1859: a Gragnano si contavano 81 macchine con torchio "di Archimede", "28 ad acqua pressa per molire i cereali"; cfr. anche A. Mangone, cit., p.75; M. Petrocchi, cit., p.22.
12. Per i dati relativi alle esportazioni cfr. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fasci 170,171,172,512, anni 1851-1858.
13. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 243, anno 1857.
14. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 243, anno 1855.
15. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 484, anno 1858.
16. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 513, anno 1861. Per le notizie relative ai lambicchi v. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol. I, gennaio, febbraio, marzo e aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli, 1833, p. 67. Il metodo di distillazione usato era quello di Adam ma erano numerosi i tentativi di migliorarlo (da citare quelli di Zecca, Brostaret e del cavaliere Pietro Pulli).
17. Le fabbriche più importanti sorgevano a Poggioreale, Castellammare, Salerno, Marigliano, Pomigliano, Pozzuoli.
18. Decreto del 18 agosto 1859.
19. Archivio di Stato, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 527, anni 1858, 1859, 1860.
20. F. Passananti, I caffè storici di Napoli, Napoli 1995, pp.16-17, 27; per l’acquavitaro v. la famosa raccolta di F. De Bourcard, Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, Napoli 1853 e P. Gargano, I mestieri di Napoli, Napoli 1995, p.10; per altre notizie relative ai rosoli v. i testi di V. Corrado ed in particolare Il credenziere di Buon Gusto, VI ed., Napoli 1820; cfr. anche J. Carola Francesconi, La cucina napoletana, Roma 1992, pp. 677-678). Per le notizie relative ai rosolii e alle essenze cfr. G. M. Paci, Relazione della solenne pubblica esposizione di arti e manifatture del 1853, Napoli 1854, pp. 109-110 e Disamina eseguita…, cit., pp.248-249.
21. L'esportazione di frutta secca verso gli U.S.A. aumentò da 7069 casse a 10.078 casse; cfr. L. Radogna, cit., p.104 e A. Graziani, Il commercio estero del Regno delle Due Sicilie, in Archivio economico dell'unificazione italiana, vol.X, Torino 1960, p.27; J. Davis, cit., p.93.
22. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo e aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli1833, pp. 65-67.
23. Per questo motivo il governo borbonico nel 1844 istituì il marchio d.o.c. di cui si è detto in precedenza.
24. Per le esportazioni cfr. Archivio di Stato, Ministero Finanze, fasci 14097, 14108, 14109, 14114; cfr. anche Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 516 e C. Afan de Rivera, Considerazioni sui Mezzi da restituire il Valore proprio a’ doni che ha la Natura largamente conceduto al Regno delle Due Sicilie, Napoli 1833, vol.II, p.516.
25. M. Viterbo, Un fratello di Garibaldi commerciante in olii a Bari, in Archivio Storico Pugliese, anno XXII, fascicoli I-IV, gennaio-dicembre, 1970.
26. Cfr. Disamina eseguita..., cit., pp. 205, 246, 252 e Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Finanze, fascio 14151, 10 marzo 1859; fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 484.
27. Archivio di Stato di Napoli fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fasci 513, 217, 221, anni 1853 e 1861. Per i formaggi v. J. Carola Francesconi, La cucina napoletana, Roma 1992, pp.43-46.
28. Ranieri, Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, Napoli MCMXX, pp.54-55; per i confetti v. Disamina eseguita…cit., p. 247.
29. Sulle ceramiche di Capodimonte cfr. S. Musella Guida, La Reale Fabbrica della Porcellana di Capodimonte: la sperimentazione, la struttura produttiva, la commercializzazione del prodotto, in Manifatture in Campania, Napoli 1983, pp.68 e sgg.; F. Strazzullo, Le Manifatture d'Arte di Carlo di Borbone, Napoli 1979; C. Minieri Riccio, Notizie intorno alle ricerche fatte dalla Real Fabbrica della porcellana in Napoli, in Atti dell'Accademia Pontaniana, Napoli, 10 febbraio 1878; F. Stazzi, L'arte della ceramica, Capodimonte, Milano 1972; G. Novi, La fabbricazione della porcellana in Napoli e dei prodotti ceramici affini, in Atti dell'Accademia Pontaniana, Napoli, 3 novembre 1879; A. Mottola Molfino, L'arte della porcellana in Italia, Busto Arsizio, 1978; L. Mosca, Napoli e l'arte ceramica dal XIII al XX secolo, Napoli 1908.
30. S. Musella Guida, cit., p.70.
31. C. Minieri Riccio, cit., pp.4-5.
32. Cfr. A. Scherillo, La storia del Real Museo Mineralogico di Napoli, in Atti dell'Accademia Pontaniana, Napoli 1966.
33. C. Minieri Riccio, cit., pp.11 sgg.
34. S.Musella Guida, cit.,pp.84 e sgg. Alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte nel 1758 risultavano appartenere ventotto nuclei familiari tutti legati alla produzione delle ceramiche e residenti nella fabbrica stessa, negli edifici della Regia Corte, nelle case del Giardino della Regina, nel Palazzo Reale e nei palazzi signorili ubicati fuori dal recinto della tenuta reale.
35. Ibid.
36. C. Minieri Riccio, Gli artefici e i miniatori della Real Fabbrica di Napoli, in Atti dell'Accademia Pontaniana, Napoli 17 marzo 1878, p.14.
37. C. Minieri Riccio, Delle porcellane della Real Fabbrica di Napoli, delle vendite fattene e delle loro tariffe, in Atti dell'Accademia Pontaniana, Napoli, 7 aprile 1878, pp.4 e sgg.
38. Una curiosità interessante: tra i nomi dei ceramisti del Settecento risultano le famiglie Tucci e Mollica, attive anche in tempi recenti con le loro fabbriche nel napoletano (cfr. note 31 e 33).
39. Cfr. C. Barbagallo, Le origini della grande industria contemporanea (1750-1850), Perugia-Venezia, pp.285-286; cfr. A. Mangone, cit., p.78. Per le notizie relative al Giustiniani e alle altre fabbriche di stoviglie cfr. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo, aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli 1833, pp. 69-70.
40. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo e aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli 1833, p.77.
41. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 239, 22 agosto 1851.
42. Ivi, fascio 170, anno 1856 e cfr. C. Barbagallo, cit.,p.284.
43. Ivi, fascio 513; cfr. Disamina eseguita...,cit.; cfr. A. Mangone, cit., p.66 e Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo e aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli 1833, pp. 70-71.
44. Ivi, fascio 246, 1 ottobre 1856.
45. S. de Majo, Manifattura e fabbrica, in Napoli, un destino industriale, a cura di A. Vitale, Napoli 1992, p.78.
46. Cfr. Rapporto di Santangelo, Ministro degli Interni, sulla marina mercantile, in "Annali Civili del Regno delle Due Sicilie", fasc.XII, 1835, p.III; J. Davis. cit., p.139; M. Petrocchi, cit., p.70. Per la pesca e la lavorazione del corallo cfr. G. Tescione, Italiani alla pesca del corallo ed egemonie marittime nel Mediterraneo, Napoli 1940, pp.386 sgg. (con l'accurato regolamento della pesca istituito da Ferdinando II con decreto del 29 gennaio 1856); P. Balzano, Del corallo, della sua pesca e della sua industria, in "Annali Civili del Regno delle Due Sicilie", vol.XVI, 1838, pp.115-142; AA.VV., La pesca del corallo nelle acque nord-africane (1734-1860) nelle fonti dell'Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1985; R. Raimondo, Uomini e fatti dell'antica Torre del Greco, Ercolano, 1985, pp.443 sgg.; E. Torrese, La città del corallo. Torre del Greco dall'Unità alla seconda guerra mondiale, Milano 1988. Per i canti popolari torresi v. R. Raimondo, cit., pp.472-473.
47. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo, aprile 1833, Napoli 1833, pp.72-74, 78.
48. E. Guida, Tipologia e morfologia edilizia della fabbrica tra paleoindustria e rivoluzione industriale, in Manifatture in Campania, Napoli 1983, p.46. Sulle cartiere amalfitane cfr. F. Assante, Le cartiere amalfitane: una riconversione industriale mancata, in Fatti e idee di storia economica nei secoli XII-XX, Studi dedicati a Franco Barlandi, Bologna, 1976; M. Camera, Istoria della città e costiera d'Amalfi, Napoli 1836; M. Del Treppo e A. Leone, Amalfi medievale, Napoli 1977; F. Assante, La ricchezza di Amalfi nel Settecento, Napoli 1966, p.759; C. Prisco, Memoria riguardante le arti, le manifatture e le industrie del Regno, e su dei mezzi da praticarsi pel loro miglioramento, e incoraggiamento, Napoli 1821.
49. E. Guida, cit., p.60.
50. Ivi, p.63.
51. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 513, 15 ottobre 1861.
52. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, Della fabbricazione della carta né Reali Domini di qua del Faro, gennaio-aprile 1833, pp.81-90.
53. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Finanze, fascio 14121, 9 dicembre 1854 e cfr. M. Petrocchi, cit., pp.64-65.
54. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Finanze, fascio 14121, anni 1858 e sgg.
55. Archivio di Stato di Napoli, fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 513, 15 ottobre 1861.
56. T. Pedio, cit., p.89.
57. Ibid. e per gli scioperi Ivi, pp.101 sgg. Per le tipografie e le litografie v. Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, vol.I, gennaio, febbraio, marzo e aprile 1833, Delle arti e manifatture delle Due Sicilie, Napoli 1833, pp. 62, 71.