QUANDO AL SUD LAVORAVANO TUTTI
PinoMarino
Sul meridione d’Italia grava da sempre la piaga della disoccupazione ed il meridionale, abilmente interpretato da Alberto Sordi o Totò in molti famosi film è il disoccupato per eccellenza.
Ma è stato sempre così? Davvero meridionale ha sempre fatto il paio con disoccupato? Non abbiamo mai conosciuto tempi migliori? Ebbene si. Sui manuali scolastici non ce ne è neppure l’ombra, ma in epoca Borbonica, le cose per noi giravano in maniera decisamente opposta.
La tabella che segue è relativa al PRIMO CENSIMENTO GENERALE del neonato Regno d’Italia nel 1861, ed è tratta dal testo: “Scienza delle Finanze” di Francesco Saverio Nitti, grande economista e statista, Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia dal 23 giugno 1919 al 15 giugno 1920. edito da PIERRO nel 1903, pag. 292.
POPOLAZIONE OCCUPATA al 1861
Compartimento territoriale
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Industria
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Agricoltura
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Commercio
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Piemonte e Liguria
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345.563
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1.341.867
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110.477
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Lombardia
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465.003
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1.086.028
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103.543
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Parma e Piacenza
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66.325
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186.677
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10.915
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Modena, Reggio e Massa
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71.759
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242.248
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15.530
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Romagna
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130.062
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357.867
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28.360
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Marche
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16.344
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381.966
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18.747
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Umbria
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42.291
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248.069
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7.104
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Toscana
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266.698
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571.409
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59.057
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Sardegna
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31.392
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159.239
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8.645
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Regno delle Due Sicilie
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1.595.359
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3.133.261
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272.069
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A questo si aggiungano: Le libere professioni erano 534.485, gli impiegati della pubblica amministrazione erano 130.597, Esercito e Forze di P.S. 240.044, i proprietari 604.437 ed i domestici 473.574.
Quindi a fronte di 9.000.000 di abitanti, nelle “Due Sicilie”, ne erano attivamente occupati 6.983.817, l’emigrazione nelle nostre terre era un fenomeno assolutamente sconosciuto, che però, con l’unità d’Italia assumerà toni da “Esodo Biblico”. Il Regno godeva decisamente di una invidiabile situazione economica, impensabile ed inarrivabile per noi meridionali di oggi, in tre parole: la piena occupazione.
Incredibile? No è la verità, a noi tutti abilmente occultata, ma soltanto la verità . Per questo e non per altro, i piemontesi occuparono il Regno o davvero qualcuno crede ancora nella bella favola dell’unità d’Italia? Nella drammatica situazione socio-economica in cui versiamo oggi, non l’avrebbero mai fatto, si sarebbero legati una palla al piede. Invece ai Savoia un bel regno, ricco ed opulento, una vera e propria California Europea, faceva molto gola e con l’aiuto di Inghilterra e Francia per il sud e per Francesco II (a proposito mai nessuno l’aveva chiamato Franceschiello) non ci fu scampo. E Napoli? Fino al 1860 era la terza capitale d’Europa per splendore e qualità della vita. Oggi com’è ridotta?
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