Gennaro De Crescenzo
Che Sud ci sarebbe stato senza quell’unificazione sbagliata?
In questa sintesi troppo breve si è cercato solo di trovare qualche indicazione. Un Sud certamente senza briganti e senza emigranti, dove certamente non tutto sarebbe stato perfetto ma un Sud con una precisa identità culturale, religiosa, politica ed economica. Un Sud dove magari industria, agricoltura, commercio o turismo avrebbero avuto un loro sviluppo forse lento ma adeguato alle esigenze del territorio. Un Sud che in una confederazione di Stati italiani sarebbe stato rispettato e avrebbe avuto il ruolo che gli spettava, un Sud rispettato e protagonista anche in Europa e soprattutto nel Mediterraneo.
Se la storia dei se rischia spesso di perdere la sua scientificità, è davanti ai nostri occhi la storia vera, quella che ha portato alla rivolta di un intero popolo per oltre dieci anni, al suo massacro fisico e culturale, alla distruzione della sua economia, alla sua colonizzazione, ad una diaspora che non ha pari nella storia dell’umanità e che non è ancora terminata.
È storia di ieri e di oggi la totale assenza di una classe dirigente veramente legata al Sud: quel rapporto diretto che avevamo con chi ci governava e che spingeva Ferdinando II a dare fino a 50 udienze al giorno lo abbiamo perduto per sempre nel 1860 ed è da allora, forse, che il Sud non è stato più difeso e rappresentato come meritava. La speranza è che anche una vecchia legge o un monumento, una pietra o semplicemente una frase di chi ha amato prima di noi la nostra terra, possano essere utili per chi continua ad amarla ancora oggi.
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